L’avvocato Matteo Minna è sotto accusa per la morte di Paolo Calissano: perché l’amministratore di sostegno è finito nei guai.
Il nome di Paolo Calissano, attore noto per fiction di successo come Vivere e Vento di ponente, è tornato tragicamente alla ribalta per le vicende giudiziarie legate alla sua morte, avvenuta il 29 dicembre 2021. Stroncato a 54 anni da un mix di farmaci antidepressivi, l’attore genovese era afflitto da un lungo periodo di fragilità emotiva e psicologica.

Dietro quella fine drammatica, secondo la magistratura, ci sarebbero anche gravi responsabilità da parte del suo amministratore di sostegno: l’avvocato Matteo Minna, oggi rinviato a giudizio con accuse pesantissime. Prova a far luce su questa sconcertante vicenda “Storie di sera”, il programma condotto da Eleonora Daniele che vede in studio Roberto Calissano, fratello dell’attore.
Il rinvio a giudizio e le accuse a Matteo Minna
Dovrebbe prendere il via a inizio luglio il processo a carico di Matteo Minna, deciso dal giudice per l’udienza preliminare Angela Nutini del Tribunale di Genova. L’avvocato è accusato di peculato aggravato, circonvenzione di incapace, falsità ideologica e falsa perizia. Su di lui pendono dunque accuse gravissime, dalle quali si dovrà difendere in sede processuale.

Nello specifico, secondo l’impianto accusatorio, Minna – che amministrava i beni di Calissano e di altri soggetti fragili – avrebbe sottratto oltre 500 mila euro all’attore, approfittando delle sue condizioni di salute mentale. La Guardia di Finanza ha documentato prelievi ricorrenti dai conti correnti degli assistiti, somme che sarebbero confluite sul conto personale dell’avvocato.
Sempre dalle indagini, è quindi emerso che queste operazioni sarebbero state giustificate tramite fatture false per prestazioni mai erogate e relazioni ideologicamente false sull’andamento delle amministrazioni. Paolo Calissano non sarebbe dunque l’unica vittima del legale e suo amministratore di sostegno e gli ammanchi ammonterebbero a circa 800mila euro complessivi.
Il dramma personale dietro il volto pubblico di Paolo Calissano
Secondo quanto riportato dal fratello maggiore di Paolo, Roberto Calissano, l’attore era ignaro delle operazioni finanziarie che svuotavano lentamente i suoi conti. “Gli è stato fatto credere che era colpa sua, invece è stata una spoliazione sistematica”, ha dichiarato. Lo stato depressivo in cui versava l’attore sarebbe stato aggravato proprio da queste pressioni economiche.

Pressioni economiche che dunque sarebbero state continue e che avrebbero poi portato Paolo Calissano – scomparso dalla fiction dopo un importante periodo di notorietà – in una situazione di depressione sempre più grave. “Era un amico di famiglia, uno con cui si faceva l’aperitivo”, ha dichiarato Roberto Calissano al Corriere della Sera, parlando dell’avvocato Minna, su cui la fiducia era totale.
Le altre accuse a Matteo Minna
Matteo Minna è sotto processo anche per presunti raggiri a danno di altri quattro soggetti vulnerabili, tra cui una donna con problemi di dipendenze. Anche in questi casi l’avvocato avrebbe presentato documentazioni false, omesso atti d’ufficio e giustificato prelievi irregolari con spese professionali mai documentate.
Secondo le accuse, Minna sfruttava i momenti più fragili della vita dei suoi assistiti – malattie familiari, problemi di dipendenza, crisi psicologiche – per rafforzare il proprio ruolo e giustificare la sua presenza. In virtù di queste accuse, il legale è finito anche agli arresti domiciliari e si è provveduto al sequestro di beni e conti correnti.
“Mi sarebbe piaciuto vedere mio fratello farsi giustizia da solo”, sono ancora le parole di Roberto Calissano. Che conclude con amarezza parlando del fratello: “Ma purtroppo non c’è più, e questo processo è l’unico modo per restituirgli dignità”. Processo che ora si preannuncia complesso e carico di tensione emotiva per la famiglia dell’attore scomparso.