Chi ha mai sentito parlare dell’Assalto ai Forni? Con questa espressione oggi scherzosamente sono stati chiamati ristoranti e panetterie. Ma c’è un interessante riferimento storico che affonda le radici in un’Italia in crisi, così come raccontata da Manzoni nei suoi Promessi Sposi.
L’espressione “Assalto ai Forni” rimanda a periodi di enormi difficoltà economiche vissute dal Bel Paese in diverse città, in concomitanza con lo scoppiare di guerre e carestie. Si tratta della reazione della popolazione alla fame e alla mancanza dei beni primari, episodi che abbiamo potuto vivere in prima persona con la dichiarazione del lock down durante la pandemia da Coronavirus.

In occasione delle restrizioni di movimento e delle chiusure delle attività commerciali, lo spavento generale dovuto all’epidemia crescente ha portato la gente alla paura di finire le provviste. Ecco che abbiamo assistito all’assalto dei supermercati, in particolar modo degli scaffali con i beni di prima necessità. Non abbiamo fatto altro che ripetere una condizione che Manzoni aveva già descritto nella sua opera più celebre, i Promessi Sposi.
I Promessi Sposi e l’Assalto ai Forni: cosa fu la rivolta del pane
La cosiddetta “rivolta del pane” colpì diverse città in Italia, tutto per una disperata ricerca di sopravvivenza da parte della popolazione. Si pensi al 1989, quando la città di Milano conobbe la “crisi del pane” che vide scontrarsi in strada forze armate e civili che si battevano per il loro diritto al cibo. Il prezzo del pane aveva raggiunto cifre stellari o addirittura divenne introvabile: questo ha portato a delle forme di protesta che rivoltarono le città.

Lo stesso Manzoni aveva descritto un episodio simile dovuto alla carestia all’interno del capitolo XII. Il costo del pane in rialzo aveva generato rabbia tra la folla, la quale si era radunata riempiendo strade e piazze, finendo addirittura per aggredire i garzoni che lo trasportavano dai forni. Si giunse ai saccheggi e al lancio delle pietre sui rivoltosi da parte dei fornai spaventati.
L’aumento dei costi aveva causato un vero e proprio tumulto popolare che ha avuto la folla come protagonista, descritta da Manzoni come impulsiva, dominata dai pregiudizi, suggestionabile, confusa e imprevedibile, chiaro riferimento alla trasformazione che avevano subito i lombardi nel Seicento sotto la dominazione spagnola.
Assalto ai Forni anche il 25 aprile 2025: cos’è successo
Una rivolta avente il pane come protagonista è tornata anche nel 2025. Lo scorso 25 aprile, una fornaia ad Ascoli Piceno è stata sottoposta due volte a visita da parte delle forze dell’ordine per aver esposto un lenzuolo fuori dalla sua bottega riportante la scritta: “25 Aprile buono come il pane, bello come l’antifascismo”.

Dopo le visite delle forze dell’ordine sono stati esposti nuovi striscioni che inneggiavano addirittura ai forni crematori. Il locale di Lorenza Roiati, imprenditrice de “L’Assalto ai Forni”, panetteria ormai celebre anche su Instagram, ogni anno segue la tradizione del lenzuolo che difende il movimento antifascista. Tuttavia, quest’anno, insieme alla solidarietà nei confronti della fornaia, bande di destra hanno affisso delle risposte contenenti insulti e riferimenti proprio ai “forni”.
A quanto pare, quest’anno la tradizione dell’imprenditrice Roiati ha preso un risvolto da lei inaspettato, divenendo un caso nazionale. Si è dichiarata persino indignata davanti al doppio controllo ricevuto dalle autorità, le quali l’hanno costretta ad identificarsi, a causa del suo esplicito omaggio al 25 Aprile e alla Liberazione dell’Italia.
Bande a favore e bande contro la fornaia di Ascoli
Il primo cittadino di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti, ha espresso la sua vicinanza e solidarietà alla fornaia e ha preso le distanze dagli striscioni e dagli ideali apparsi in città. Al contempo, ha difeso il lavoro delle forze dell’ordine che hanno “subito una violenta aggressione social solo per aver adempiuto al proprio dovere”, ossia controllato il contenuto di un cartello affisso in una piazza pubblica.