Cos’è il leggendario Bove Finto di Offida e che cosa ha tramandato la tradizione; ecco che cosa scopriremo insieme oggi.
Ci troviamo in provincia di Ascoli Piceno in una località diventata famosa per una caratteristica in particolare. Oggi, infatti, in questo articolo parleremo del Bove Finto di Offida. Non è cosa da poco perché si tratta di una tradizione che va avanti da oltre 500 anni. Dunque, vediamo che cosa si fa e come è nato in questa festa di Carnevale tanto particolare.

Offida è un piccolo borgo medievale di provincia che ancora oggi conserva le sue tradizioni e i suoi lati caratteristici. Molte persone lo conoscono per i “funghetti” della tradizione dolciaria, per gli eccellenti vini prodotti il loco dai numerosi vigneti della terra, per l’arte del merletto a tombolo. Ma c’è un’altra caratteristica che rende questa località speciale ed è la festa di Carnevale.
Il Carnevale di Offida: la storia
Sappiamo bene che il Carnevale ha delle origini molto antiche, spesso associate addirittura a feste pagane che celebravano l’arrivo della Primavera. Ad ogni modo, il nome può indicarci qualcosa in più Gli studiosi attribuiscono alla sua origine a “carnem levare”, ossia togliere la carne. Era in pratica l’ultimo banchetto prima del periodo della Quaresima.
In ogni paese d’Italia ci sono feste di Carnevale da febbraio ad aprile, ma a Offida in particolar modo, questa è diventata molto importante, un evento unico e davvero originale. Infatti, si tratta di una vera e propria festa popolare che coinvolge tutti gli abitanti e tutti coloro che vogliono partecipare da altri paesi. Il primo riferimento a questo evento risale al 1524. Questo significa che nel 2024 sono trascorsi ben 500 anni.

Anno dopo anno, secolo dopo secolo, ovviamente l’evento si è arricchito di colori, vesti, persone e usanze caratteristiche. Un aspetto in particolare ne è diventato ormai l’emblema, ovvero il Bove Finto. Ma che cos’è? Lo scopriamo immediatamente.
Cos’è il Bove Finto di Offida
La tradizione vuole che la maschera tipica di questa festa sia il “Guazzarò”, ovvero un saio bianco con un fazzoletto rosso al collo. Questa è la tunica che molto tempo fa le persone usavano per andare a lavorare nei campi. Lu Giazzarò e la M’ntura (i mutandoni) sono maschere entrate a far parte dell’Associazione Maschere Storiche Italiane.
Tutti devono indossare queste maschere se decidono di partecipare a questo Carnevale, soprattutto se vogliono toccare il Bove Finto, o, in dialetto locale, Lu Bov Fint. Si tratta di un bue fantoccio al quale viene data la caccia durante la manifestazione. Gli antichi spagnoli avevano introdotto le corride in questi territori e la loro influenza ha lasciato questa traccia, togliendo ovviamente il toro o il bue vero e proprio, ma lasciando spazio ad uno finto.

Adesso il bue è fatto di legno ed è ricoperto di tessuto bianco e rosso, naturalmente. Alcuni uomini sostengono questo bue e lo portano in giro per le vie del paese seguiti dal corteo.
Assieme al bue ci sono, ovviamente, canti, balli, cibo a volontà, eventi specifici, veglie, congreghe e la sfilata dei Vlurd. Insomma, un evento davvero originale e unico nel suo genere che vale la pena conoscere e, se si ha la possibilità, di partecipare.