L’anice verde di Castignano è una pianta ampiamente sfruttata nella tradizione marchigiana, sia in cucina che in medicina.
Si chiama Pimpinella anisum, una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Apiaceae, comunemente chiamata anice verde. Questa pianta produce dei piccoli fiori bianchi riuniti in ombrelle, che spuntano fuori nel corso dell’estate, in particolare dal mese di giugno. La Pimpinella non deve essere confusa con l’anice stellato, molto più popolare e diffuso, e nemmeno con l’anice pepato. Si tratta, infatti, di specie differenti.

Originaria dell’Asia, l’anice verde cresce spontaneamente anche nel bacino mediterraneo, in particolare in Egitto, in Italia e in Grecia. Il suo nome anisum deriva proprio dalla parola greca anisos, ossia “non uguale”, per differenziarla dalla pianta di cicuta, molto simile ma tossica. L’anice verde vanta una lunghissima storia, tanto che viene impiegato sin dai tempi antichi.
Impiego dell’anice verde, nelle Marche è una pianta tradizionale usata in tanti modi
Nei tempi antichi, l’anice verde era impiegato per aromatizzare pietanze e bevande. Greci e romani ne facevano largo impiego in cucina, lo addizionavano addirittura nel vino. Ma non solo, perché la pianta era sfruttata anche con intenti medici, per conciliare il sonno, per combattere i disturbi gastrointestinali o per migliorare la salute della pelle.
I frutti della pianta sono raccolti durante i mesi estivi. Dal loro interno si estrae l’olio essenziale, contenente l’anetolo, ampiamente sfruttato nell’industria dei profumi, dei cosmetici e in tanti altri impieghi commerciali. L’olio essenziale viene usato anche per la produzione di medicinali e liquori, a proposito di liquori, l’anice verde nelle Marche è usato per la produzione della tradizionale bevanda anisetta.

Ancora oggi, l’anice verde viene usato come medicinale per combattere sintomi di tosse, nausea, mal di stomaco e meteorismo, poiché svolge un’azione antibatterica ed espettorante. Tradizione millenaria per una pianta che in Europa cresce in autonomia e che viene raccolta per via delle sue proprietà terapeutiche o per via del suo profumo, o del suo sapore, per aromatizzare piatti e bevande.
Gli utilizzi dell’anice verde di Castignano, preziosa pianta per arricchire pietanze e contrastare i dolori
L’anice verde ha conquistato interi popoli nel corso dei millenni, per questo motivo è stato diffuso in tutta Europa e coltivato da tante popolazioni. I greci lo sfruttavano per la preparazione dell’ouzo, un liquore dolciastro, dal quale prende spunto il Mistrà, il liquore veneziano. Da Venezia, l’anice verde trova grande successo nelle Marche, diventando un simbolo della regione.

Sin dal Settecento, l’anice verde viene usato nelle Marche per la produzione di liquore, in particolare nelle aeree del Piceno. A Castignano, grazie ai terreni argillosi e soleggiati, l’anice verde cresce perfettamente, e la pianta produce anetolo in grandi quantità, diffondendo un profumo meraviglioso nell’ambiente.
Proprio a Castignano, alla fine dell’Ottocento, Silvio Meletti ha iniziato a distillare l’anice, creando la ricetta dell’anisetta Meletti. Oltre al liquore, l’anice verde viene usato per preparare confetti, le ciambelle e i dolci in generale, e ovviamente per le tisane.