Il filo interdentale viene considerato un metodo prezioso per l’igiene totale dei denti. Ma ecco tutto quello che non sai a riguardo
Diciamocelo: lavarsi i denti è una di quelle cose che diamo per scontate, tipo chiudere la porta quando usciamo di casa. Tuttavia, non sappiamo se lo facciamo bene! Avere denti puliti non è solo una questione di estetica e di “bel sorriso” ma anche di cura personale. Quanto ci prendiamo cura di noi stessi? Di regola dovremmo lavarci i denti almeno due volte al giorno. Ma non basta passare lo spazzolino a caso per trenta secondi, ma dedicarci più tempo e attenzione.
Lo spazzolino elettrico, ad esempio, fa una grande differenza. Questo è, infatti, progettato per fare movimenti precisi rispetto a quello manuale. Vibra, ruota, pulisce più in profondità e ti avvisa persino se premi troppo forte. Tra i più gettonati e consigliati c’è però il filo interdentale. Questo metodo riesce ad eliminare placca, batteri, residui di cibo. Lo spazzolino, anche quello elettrico, lì non ci arriva. Usarlo anche una sola volta al giorno può evitare carie e infiammazioni ma anche l’alito cattivo. Tuttavia, riguardo questo metodo di pulizia orale, non ne sappiamo molto. Ecco tutto ciò che non sappiamo riguardo il filo interdentale.
5 cose che nessuno ti dice mai sul filo interdentaleOk, lo sappiamo tutti: i dentisti raccomandano sempre di usare il filo interdentale. Ce lo ripetono ogni volta che andiamo a fare la pulizia dei denti, giusto? Ma al di là del “dovresti usarlo tutti i giorni”, ci sono un sacco di cose che forse nessuno ti ha mai spiegato davvero, tipo quale tipo di filo scegliere o qual è il modo più efficace per usarlo. Allora facciamo un po’ di chiarezza.
La verità è che quando ci laviamo i denti con lo spazzolino, in realtà puliamo solo tre superfici su cinque. Il resto, ovvero il 40% della superficie dei denti, resta scoperto. È lì, tra un dente e l’altro, che la placca e i batteri che rimangono lì. E con il tempo, questo può portare a carie, gengive infiammate e anche alitosi. Insomma, il filo non è un extra: è parte fondamentale della routine.
Esistono due tecniche principali:
Metodo a rocchetto: si avvolge il filo attorno al dito medio, poi si guida con pollice e indice. La cosa utile è che si può usare sempre un pezzetto nuovo per ogni spazio, evitando di spostare i batteri da una parte all’altra.
Metodo ad anello: si lega il filo a formare un cerchietto. È consigliato per chi ha meno manualità, tipo i bambini o le persone con difficoltà motorie.
Entrambi funzionano, quindi scegli quello che ti è più comodo. È importante sapere che una passata veloce non basta: bisogna scendere delicatamente fino alla gengiva e risalire, così da rimuovere bene tutto lo sporco nascosto.
Esistono diversi tipi di filo, e trovare quello giusto fa davvero la differenza. Se hai i denti molto vicini tra loro, prova un filo più sottile. Se invece hai più spazio, potresti preferire un filo più spesso o gli scovolini interdentali, che sembrano dei mini spazzolini e sono super efficaci.
E se hai un apparecchio o impianti dentali, esistono strumenti specifici, tipo i mini spazzolini interdentali, che riescono ad arrivare dove gli altri non possono.
Qui la risposta è: fai come ti trovi meglio. Alcuni preferiscono usare il filo dopo, per togliere quello che lo spazzolino ha lasciato indietro. Altri lo usano prima, così lo spazzolino può poi spazzare via la placca già smossa. Non c’è un ordine giusto o sbagliato: l’importante è farlo ogni giorno, con costanza.
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