Per la morte di Papa Francesco, verranno proclamati dai tre ai cinque giorni di lutto nazionale: la situazione sicurezza, trasporti, lavoro e scuola.
In seguito alla morte di Papa Francesco, il governo italiano si prepara a proclamare il lutto nazionale durante il Consiglio dei ministri del 22 aprile. Sono previsti tre giorni di lutto, come accaduto per Silvio Berlusconi. Il question time al Senato sarà probabilmente rinviato, così come il viaggio della premier Meloni in Asia previsto per fine aprile.
I funerali, attesi tra il 26 e il 27 aprile, saranno gestiti dalla Protezione Civile, con il capo Fabio Ciciliano nominato commissario straordinario. La macchina organizzativa includerà gestione dei flussi, assistenza medica e logistica, esclusi gli aspetti di sicurezza. Insomma, in questi giorni, in Italia, si potrebbero creare anche disagi per l’afflusso di pellegrini.
Ferrovie dello Stato ha predisposto un piano straordinario per facilitare l’arrivo dei pellegrini a Roma, con più treni, assistenza per disabili e anziani, e stazioni presidiate. La sicurezza nella capitale è stata rafforzata: attivata una No Fly Zone, aumentati i controlli e potenziati i collegamenti ferroviari verso San Pietro. Ma cerchiamo di capire nel concreto cosa cambia nel nostro quotidiano.
Durante i giorni di lutto, le bandiere vengono esposte a mezz’asta, gli eventi ufficiali sono sospesi (tranne quelli con scopi umanitari), e nelle scuole pubbliche si osserva di solito un minuto di silenzio. Anche se alcuni negozi possono chiudere per scelta, le attività lavorative proseguono regolarmente, poiché il lutto nazionale non funziona come il lutto cittadino deciso da un sindaco.
Si possono comunque adottare – e sicuramente in tanti lo faranno – gesti simbolici di rispetto, come brevi pause o messaggi di cordoglio. Il lutto nazionale non coincide necessariamente con i funerali di Stato, anche se spesso accade nei casi più rilevanti. Va anche detto che sono stati rarissimi i casi negli ultimi anni in cui un governo abbia proclamato lutto nazionale.
Il lutto nazionale non è riconosciuto come giornata non lavorativa dalla legge italiana, quindi non comporta la chiusura automatica di scuole, uffici pubblici o aziende. Ciò vuol dire che se un privato può decidere di abbassare le serrande in segno di rispetto, nel pubblico le attività proseguono regolarmente, ovvero scuole e qualsiasi tipo di ente pubblico resteranno aperti in questi giorni.
Dunque, le attività scolastiche proseguiranno regolarmente, sebbene possano essere accompagnate da momenti simbolici di raccoglimento. Unica eccezione – ovviamente – nel caso del 25 aprile, in cui l’Italia si ferma per ricordare l’anniversario della Liberazione dal nazifascismo, e in base ai singoli calendari scolastici, e alle scelte dei dirigenti scolastici, del 26 aprile, che essendo un sabato può diventare un ponte.
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