I risultati di nuove analisi hanno evidenziato una connessione tra le allergie e il cambiamento climatico. Perché dovremmo preoccuparci tutti?
E’ innegabile che il cambiamento climatico, con tutti i suoi effetti, stia impattando in maniera decisamente significativa su diversi aspetti della nostra vita. Ne risentono tanto l’ambiente che ci circonda quanto gli stessi esseri umani: ora ne abbiamo la certezza, uno studio ha evidenziato che tra le conseguenze vi è l’incremento delle condizioni allergiche.
Il meteo e le temperature medie che cambiano, così come l’alterazione della composizione atmosferica, sono tutti aspetti che favoriscono l’incremento dei disturbi allergici e questo ha un impatto sulla salute di milioni di persone che non possiamo più permetterci di ignorare.
Comprendere in che modo i cambiamenti climatici aumentino le allergie non è difficile. Si pensi al fatto che un aumento delle temperature porti con sé un prolungamento dei periodi di fioritura delle piante, il che significa più giorni di esposizione ai pollini allergenici. Poi, l’aumento del livello di anidride carbonica nell’atmosfera può stimolare la produzione del polline, rendendolo più allergenico.
Si tratta di tutti fattori che, insieme all’aumento degli eventi meteorologici estremi quali tempeste e picchi di caldo, portano all’incremento dei disturbi allergici. Le conseguenze possono essere anche disastrose per le persone che tendono a soffrire di allergie: la qualità della vita può venire compromessa in modo importante.
E’ bene capire quali siano i legami tra le allergie e il cambiamento climatico per cercare, ciascuno nel suo piccolo, di modificare abitudini quotidiane e intraprendere uno stile di vita che possa, nell’insieme, aiutare a mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
L’aumento delle emissioni di gas serra sta modificando la durata delle stagioni allergiche a causa dell’aumento delle temperature che prolungano le stagioni di crescita delle piante, livelli più alti di CO2 nell’atmosfera e eventi metereologici estremi quali temporali e venti forti che contribuiscono a disperdere il polline su aree più vaste, rendendo più probabile il rischio di esservi esposti.
Sempre più persone si ritrovano debilitate a causa dell’aumento della quantità e della potenza degli agenti allergeni presenti nell’aria. Tra i sintomi più comuni dei disturbi che ne derivano vi sono starnuti, occhi rossi, mal di gola e difficoltà respiratorie che possono raggiungere persino crisi asmatiche. Ne risultano aumenti delle visite mediche, dei costi sanitari e una qualità della vita compromessa per milioni di persone.
In che modo ciascuno può attivarsi per contribuire alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico? Tra i primi passi da compiere, vi è senz’altro quello del miglioramento dei sistemi di monitoraggio ambientale che consentano di sorvegliare in maniera più efficace il polline e gli allergeni specifici. E’ bene educare la popolazione tramite campagne informative che facciano comprendere come ridurre le emissioni di gas serra e come proteggersi nei periodi di maggior concentrazione del polline.
Si parla di un problema in crescita che genera dati sempre più preoccupanti e che va ad avere un impatto sempre più significativo sulla salute delle persone. E’ urgente adottare un approccio nuovo su vasta scala per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e proteggere gli individui più sensibili dagli allergeni ambientali.
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