Il vino cotto marchigiano, tanta pazienza per prepararlo, ma alla fine trionfa il gusto

Il vino cotto è tipico delle Marche, una bevanda che si prepara con tanta pazienza, dal sapore dolce e avvolgente: ancora oggi si produce.

Il vino cotto è una bevanda molto particolare e tipica della tradizione marchigiana. Si prepara con tanta pazienza, impiegando molto tempo, ma alla fine tutto il processo ripaga nel gusto dolce e avvolgente del vino. Si tratta di una tradizione antichissima, che differisce però dal vin brulè. Se quest’ultimo è ottenuto dalla cottura del vino, il vino cotto viene ricavato dalla fermentazione del mosto.

Vino cotto tradizione marchigiana
Vino cotto tradizione marchigiana (Locandaipiceni.it)

Nel vino cotto, il mosto viene fatto bollire in pentoloni di rame o in acciaio, subendo un processo molto lungo e meticoloso. Non è molto diffuso, se non a livello locale, ma rappresenta un’antica tradizione marchigiana e in parte abruzzese, e gode di un potente valore simbolico per le famiglie e per i territori rurali della Regione. La fermentazione del mosto d’uva è una pratica che risale a millenni fa.

Il vino cotto, la bevanda marchigiana dal gusto unico e dalla tecnica meticolosa: un vino ricco di sapore e di tradizione

L’origine di questa bevanda è molto lontana e testimoniata dai grandi storici romani. La fermentazione del mosto d’uva era una pratica sfruttata per soprattutto per accompagnare pietanze, sotto forma di brodo, oppure per correggere il vino comune. Nel corso del tempo, è diventata una bevanda a sé, da gustare in tutta la sua essenza. Nell’antica Roma erano conosciute diverse tipologie di mosto cotto, in base al grado di evaporazione.

Per la preparazione del vino cotto, da non confondere con il vincotto, il mostro fresco tipico di Puglia e Basilicata, si utilizza l’uva dei vitigni delle zone di Marche e Abruzzo, dunque uve autoctone, sottoposte a interzatura, con la riduzione del mosto iniziale e una lenta fermentazione. Quando viene schiacciata e si ottiene il mosto, questo si mette nel pentolone e si riscalda sul fuoco.

Bollitura del mosto
Bollitura del mosto (Locandaipiceni.it)

Il mosto viene cotto e l’evaporazione riduce il contenuto di un terzo. Più il mosto è concentrato e più risulta zuccherino. La bevanda si può anche aromatizzare con spezie o mela cotogna. Quando il vino si raffredda, si lascia fermentare nelle botti di legno, lasciando a riposo almeno un anno, per poi essere travasato nelle bottiglie. Più il vino è invecchiato e più è pregiato.

La lunga e meticolosa preparazione del vino cotto delle Marche: una tradizione viva ancora oggi

Spesso, si spegnevano i tizzoni ardenti direttamente nel pentolone, durante la cottura del mosto, per dare un saporito ancora più intenso. Il suo sapore dolce, infatti, era usato nelle campagne per dare vigore ai contadini prima di affrontare i duri lavori. Per avere un prodotto di ottima qualità, è meglio attendere una media di cinque anni, anche se i più pregiati possono rimanere nel legno anche per decenni.

Il vino cotto in bottiglia
Il vino cotto in bottiglia (Locandaipiceni.it)

Dopo un lungo declino nella sua produzione, da una decina di anni alcune aziende locali hanno ripreso a produrre il vino cotto, ottenendo anche un grande successo. Il colore è scuro, un rosso rubino, all’olfatto si percepiscono sentori di marmellata di prugne, frutta caramellata, mela cotogna e note di affumicato. Il vino cotto accompagna perfettamente dessert, crostate, pasticcini, ma anche formaggi erborinati, oppure le castagne.

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