La crema fritta non è un dolce tipico marchigiano in quanto ogni regione ha la sua versione. Tuttavia scopriamo quella tipica locale: un’esplosione di dolcezza.
La tradizione italiana è ricca di sapori, è un fatto notorio questo. Non è un caso che l’Italia sia da sempre riconosciuta come uno dei paesi dove si mangia meglio al mondo. La ricchezza sta nel fatto di disporre di tantissime materie prime capaci di combinarsi tra loro in ricette capaci di soddisfare i palati anche più esigenti, dando vita a piatti assolutamente unici. Ogni regione d’Italia ha chiaramente i suoi piatti tipici che vanno dall’antipasto al dolce. E poi ci sono alcuni piatti che vantano la loro origine in più regioni.

Pietanze e ricette dove ciascuno offre la sua versione, quindi non si può parlare di dolce piatto tipico regionale ma sicuramente le versioni meritano di essere comunque attenzionate. Ed è uno dei casi di quelli che adesso che andremo a vedere che riguarda la crema fritta, una pietanza non tipica marchigiana ma presente in alcune regioni d’Italia.
Crema fritta, la versione marchigiana per aperitivi stellari
Quando si parla di crema fritta ovviamente si fa riferimento a diverse ricette, appunto perché non è un piatto tipico della tradizione marchigiana ma ogni regione ha la sua versione diversa. La crema fritta è apprezzata sia come antipasto e contorno ma anche come dessert a fine pasto. Ad esempio in Emilia Romagna e nelle Marche viene servita come se fosse parte del classico fritto misto quindi comunque un componente di aperitivo, accompagnata insieme alle olive ascolane, carne e verdure fritte.

A Venezia invece è più tradizione consumarla come dolce durante il periodo di Carnevale. Nonostante comunque ci siano delle differenze per quanto riguarda il momento della giornata o del pasto in cui vengono servite, la ricetta di base comunque rimane simile. Trattasi infatti della preparazione di una crema pasticcera densa. Occorrono 500 ml di latte intero, tre tuorli, 100 grammi di zucchero, 40 grammi di amido di mais e 40 grammi di farina. Per aromatizzare scorza di mezzo limone ed un baccello di vaniglia.
Nel momento in cui poi la crema è cotta, viene versata in una teglia foderata con pellicola trasparente e livellata ottenendo uno spessore di circa 2 cm. La crema viene fatta raffreddare in un luogo fresco e asciutto per un paio di ore, il tempo utile per rassodare e quindi solidificare. Dopodiché viene tagliata in piccoli pezzi regolari a forma di cubotti e praticamente impanati. Prima nel pangrattato, poi nell’uovo sbattuto e nuovamente nel pangrattato.
Step finali, dalla frittura alla degustazione
Vengono fritti in olio ben caldo fin quando non si ottiene una panatura uniforme. Dopo la cottura vanno poi scolati con attenzione e riposti su carta assorbente affinché scarichi tutto l’olio in eccesso. Da gustare appena pronti. Piccola precisazione: ci sono alcune zone dell’Emilia Romagna che vengono proposti in chiave salata, quindi creando un contrasto rispetto alla sua base dolce.